Ripartizione consumo acqua condominio: cosa devi sapere

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Sommario Ripartizione consumo acqua condominio. Scopri come vengono ripartiti i costi per il consumo di acqua calda e fredda tra i condomini con il nostro articolo.

La ripartizione del consumo di acqua di un condominio rientra tra le tante operazioni che i residenti di un complesso di appartamenti devono effettuare per convivere, rettamente e civilmente, assieme.

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Ovviamente, si tratta di un’operazione che deve essere necessariamente effettuata con cadenza almeno annuale tra i condomini.

Infatti, i nostri condomini presentano diversi consumi per le parti e i servizi comuni. Ad esempio:

  • i servizi di pulizia,
  • l’energia elettrica che viene consumata per le luci delle scale e i cancelli elettrici,
  • la manutenzione degli impianti di riscaldamento
  • e molto altro.

Come si può immaginare, questi costi vengono anticipati dal condominio ai fornitori, per essere poi ripartiti tra i vari utenti. È il momento delle famose spese condominiali che tutti siamo tenuti a versare.

Per quanto riguarda i consumi di acqua, è importante sapere bene come queste spese vengono conteggiate tra i condomini e che cosa stabilisce la legislazione italiana in proposito. In questo modo, potremo essere certi che il nostro amministratore sta applicando criteri corretti e congrui per la ripartizione dei costi che ci addebita annualmente. Ciò vale sia per l’acqua calda sanitaria, cioè quella che scorre nei nostri rubinetti e usiamo per i servizi alimentari e di igiene, sia per il riscaldamento.

Dunque, vediamo cosa stabilisce la legge per la ripartizione delle spese dell’acqua nei condomini.

Ripartizione consumo acqua condominio: acqua sanitaria

Quando si parla della ripartizione del consumo di acqua sanitaria di un codominio occorre fare subito un’importante distinzione.

Infatti, la varietà di usi a cui essa è soggetta varia considerevolmente. Utilizziamo acqua potabile sia nei nostri appartamenti, per gli usi quotidiani (cucinare, lavarsi, ecc.), sia negli spazi comuni dei condomini. Ad esempio, si pensi all’acqua che viene consumata dagli addetti alla pulizia delle scale o dai giardinieri per la cura delle aree verdi di pertinenza condominiale.

Queste differenti finalità d’uso dell’acqua sanitaria vengono diversamente considerate in sede di ripartizione dei costi.

Spazi di comune proprietà

In particolare, il costo dell’acqua che viene utilizzata per gli spazi di comune proprietà viene ripartito, tra tutti i condomini, in base ai millesimi. Cioè, in sostanza, proporzionalmente alla grandezza di ciascun appartamento. In questo caso, la ratio della norma è che chi ha un’estensione maggiore della propria abitazione, dovrà contribuire di più ai costi.

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Spazi privati

Per quanto riguarda gli spazi privati, ovvero tutti gli appartamenti di proprietà che compongono un condominio, la linea generale da seguire è quella che, quando fattibile, bisogna procedere al conteggio in modo più esatto possibile. Le spese per il consumo dell’acqua vengono ripartite quindi in base ai consumi delle singole unità immobiliari, in ragione della presenza contatori individuali, posti in ciascun appartamento, adibiti a segnalare con esattezza il consumo di acqua che viene effettuato da ciascun condomino.

Nel caso di abitazioni con riscaldamento autonomo, si avrà in casa un solo contatore che indica il consumo di acqua fredda.

Invece, se si usufruisce di un impianto centralizzato, in cui l’acqua calda viene prodotta in un’unica caldaia condominiale e veicolata nelle rispettive case, si avranno due contatori: uno per l’acqua calda consumata (generalmente indicato in rosso) e uno per l’acqua fredda (di colore blu).

Tuttavia, non tutti i condomini hanno i contatori individuali, benché essi siano ormai presenti nella maggior parte delle abitazioni italiane. Ciò rende necessaria una diversa modalità di ripartizione dei costi laddove non è possibile individuare con esattezza gli specifici consumi di ciascun appartamento.

Quindi, vediamo come si devono disciplinare i condomini a seconda che i contatori individuali siano presenti o meno.

Contatore individuale assente

Nel caso in cui il contatore individuale nei singoli appartamenti sia assente, si dovrà seguire, come criterio per la contabilizzazione, la grandezza e il valore degli appartamenti espressi in base ai valori millesimali conteggiati dall’amministratore.

A livello generale, la ripartizione dei costi delle spese condominiali è disciplinata dall’articolo 1123 del Codice Civile.

Articolo 1123

Esso stabilisce che il criterio fondamentale per la ripartizione delle spese, come quelle dell’acqua, “destinate a servire i condomini in misura diversa”, è che esse siano “ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno può farne.

Ciò significa che nel caso dell’acqua condominiale, in cui ogni appartamento può presentare consumi diversi a seconda delle differenti abitudini del nucleo abitativo, è sempre preferibile trovare metodi che consentano il riparto dei costi individuando quale è l’utilizzo effettivo.

Nella fattispecie, l’installazione dei contatori individuali consente di sapere con esattezza l’entità dell’acqua fredda (e calda, se la caldaia è centralizzata) erogata per ciascun condomino.

Nei casi in cui ciò non è ancora possibile, la spesa dovrà essere sostenuta “dai condomini in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno.

La menzionata “misura proporzionale” è data appunto dal calcolo dei millesimi per ciascuna unità abitativa e dalla suddivisione del costo in relazione alla grandezza dell’appartamento. Si presume, in questo caso, che gli appartamenti grandi siano adibiti a famiglie numerose e, di conseguenza, siano caratterizzati da maggiori consumi.

Contatore individuale presente

Nel caso in cui il contatore individuale sia presente la ripartizione dei costi per l’acqua verrà effettuata in base agli effettivi consumi riscontrati nell’appartamento. Bisogna perciò essere capaci di riconoscere il contatore.

Dunque, gli utenti sono tenuti a comunicare annualmente all’amministratore la lettura del proprio contatore di acqua. Se l’appartamento è autonomo dal punto di vista della produzione di acqua calda, basterà solamente controllare l’unico contatore dell’acqua fredda.

Attenzione:

Se il condominio ha la caldaia centralizzata, dovranno essere comunicati i consumi sia del contatore di acqua fredda, che di quella calda.

Senza possibilità di fraintendimenti, il Codice civile italiano stabilisce molto chiaramente che, laddove sia presente nell’appartamento la strumentazione idonea al conteggio del consumo, la ripartizione dei costi deve essere necessariamente applicata attraverso tale mezzo.

Perciò, se il condominio volesse applicare una metodologia di riparto alternativa, non basterebbe una votazione di maggioranza dell’assemblea dei condomini, ma è necessaria l’unanimità.

Ripartizione consumo acqua condominio: riscaldamento

Quando il condominio usufruisce del riscaldamento centralizzato per la ripartizione del costo dell’acqua vige, in linea generale, la medesima regola stabilita dal Codice civile. Laddove possibile, i condomini dovranno affidarsi a strumenti di misurazione accurati, che possano quantificare il consumo di ciascuna unità abitativa. Ricordiamo inoltre che e’ presente iva agevolata nelle offerte luce e gas per il condominio.

A tale scopo, negli ultimi anni sono venuti alla luce diversi dispositivi per il conteggio dell’acqua utilizzata nel riscaldamento. Tra questi, i sotto-contatori, da installare vicino al contatore di fornitura, che terranno traccia dei consumi dei singoli condomini.

Laddove tale soluzione non sia possibile o non conveniente per il condominio, gli utenti potranno dotare i propri caloriferi di termovalorizzatori. Sostituendo le vecchie valvole dei termosifoni, questi strumenti consentono di monitorare il consumo di acqua calda, segnalando l’apertura o la chiusura dell’apparecchio riscaldante. In sede di ripartizione dei costi, essi potranno segnalare all’amministratore quanto, e per quanto tempo, ciascun calorifero è rimasto aperto e ha consumato l’energia termica prodotta.

Se vuoi saperne di più sui costi e i consumi dei complessi di appartamenti, puoi consultare la nostra sezione sulle offerte luce e gas per il condominio.

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Info

Aggiornato su 25 Giu, 2024

Carolina D.

Redattrice

Laureata in Economia e Management presso l'Università Commerciale Luigi Bocconi, si unisce al team di prontobolletta a Febbraio 2020. Da sempre appassionata al mondo dell'energia, Carolina si occupa della redazione dei contenuti editoriali, delle grafiche e dell' aggiornamento delle offerte luce e gas.

Commenti

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Giovanni Iemmi
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Devo evidenziare una lacuna in proposito dell'acqua calda ad uso sanitario. (NON Riscaldamento) Abito al 4° piano e, soprattutto d'inverno, prima di ottenere l'acqua calda al rubinetto di richiesta passano anche alcuni minuti o decine di litri di acqua che dovrebbe essere calda ma invece è fredda ma che comunque mi viene addebitata calda, in quanto passa nei tubi dell'acqua calda e quindi viene rilevata dal contatore presente in casa: Ora ogni qualvolta apro il rubinetto dell'acqua calda devo pagare come se la stessa lo fosse mentre è ancora fredda. Chiedo perché non si applica la formula degli ascensori che paga in proporzione all'altezza dell'abitazione? Bisogna tenere conto della stagione, dell'altezza del piano e delle volte che si ricorre all'utilizzo dell'acqua calda durante il giorno. Ad essere pignoli, si dovrebbe anche tenere conto dell'età delle persone, perché chiaramente più una persona è anziana e più ricorre all'uso dell'acqua calda e quindi apre più volte il rubinetto dell'acqua calda: vuoi per l'età ma anche perché risiede più ore in casa, uscendo meno. Il quesito è quindi questo: rapportare il costo dell'acqua calda al m3 per calcolare in base ai m3 consumati in relazione al piano ed anche all'età delle persone, che dimorando più a lungo in casa, aprono più sovente il rubinetto per l'utilizzo dell'acqua calda. Naturalmente non potrà mai essere preciso ma neppure quello dell'ascensore lo è! Grazie per la risposta. Giovanni Iemmi. Indirizzo di Posta e-mail: giemmi@outlook.it