Che cosa sono le case green? I requisiti essenziali
Le 
case green rappresentano un modello abitativo 
ecosostenibile, concepito per ridurre al minimo l'impatto ambientale e promuovere l'
efficienza energetica. Si tratta di edifici caratterizzati da un basso fabbisogno energetico e da un consumo annuale di energia primaria coperto prevalentemente da 
fonti rinnovabili, prodotte in loco o nelle vicinanze. Questi immobili, definiti "
a emissioni zero", eliminano le emissioni di carbonio derivanti dall'uso di combustibili fossili e riducono al minimo i 
gas serra operativi, contribuendo in modo significativo alla lotta contro il cambiamento climatico.
Per essere considerate 
green, le abitazioni devono rispettare rigorosi criteri di costruzione e riqualificazione, tra cui:
 - Utilizzo di materiali a basso impatto ambientale come legno, sughero o bambù.
- Un isolamento termico efficace.
- Serramenti ad alte prestazioni energetiche.
- Integrazione di tecnologie per l’energia solare.

Non meno importante, le 
case green garantiscono un elevato 
comfort abitativo e una gestione ottimizzata delle risorse, promuovendo il risparmio energetico e l’abbattimento degli sprechi, rientrando nel novero delle 
case passive.
Queste abitazioni possono essere progettate 
ex novo con soluzioni innovative o riqualificate mediante interventi di efficientamento, come:
       
L’obiettivo finale è creare spazi abitativi che offrano 
benessere e 
sostenibilità, ottimizzando il potenziale energetico e riducendo al contempo l'impronta ecologica.
Cosa prevede la direttiva europea sulle case green? Gli obiettivi entro il 2050
La 
direttiva europea EPBD (Energy Performance of Building Directive), pubblicata l’
8 maggio 2024 e in vigore dal 
28 maggio 2024, rappresenta un punto di svolta per la politica energetica dell’Unione Europea.
 
Le scadenze previste dalla direttiva sono ambiziose:
 - Entro il 2030, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero.
- Gli edifici residenziali esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033.
- Il 15% degli edifici non residenziali meno efficienti dovrà essere ristrutturato entro il 2030, con un aumento al 26% entro il 2033.
- Riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2020.
Un aspetto centrale della normativa riguarda l’uso esclusivo di 
energie rinnovabili e l’eliminazione graduale dei combustibili fossili. Dal 
2028, tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione saranno a 
emissioni zero, obbligo che sarà esteso agli edifici privati dal 
2030. Inoltre, entro il 
2035, sarà vietato l’utilizzo di 
caldaie a gas.

Ogni Stato membro avrà tempo fino al 
2026 per recepire la direttiva e definire un 
Piano nazionale di ristrutturazione. Questo piano dovrà includere strategie specifiche, incentivi finanziari e programmi per promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici e altre tecnologie per il risparmio energetico.
Si stima che, per raggiungere questi obiettivi, sarà necessario intervenire su circa il 
43% degli edifici meno efficienti, pari a milioni di unità immobiliari. In Paesi come l’Italia, con circa 
12 milioni di edifici residenziali, di cui 
5 milioni necessitano urgentemente di riqualificazione, il compito sarà particolarmente impegnativo.
Quali interventi verranno effettuati sugli edifici?
La 
direttiva europea Case Green del 2024 prevede una serie di interventi specifici per migliorare l’efficienza energetica degli edifici e ridurne l’impatto ambientale, con l’obiettivo di raggiungere le 
emissioni zero entro il 2050.
Gli interventi principali includono:
 - Installazione di pannelli solari e sistemi fotovoltaici.
- Realizzazione di un cappotto termico interno o esterno.
- Sostituzione degli infissi tradizionali con quelli a taglio termico per ridurre le dispersioni di calore.
- Adozione di sistemi di riscaldamento efficienti come pompe di calore o caldaie a condensazione.
- Utilizzo di illuminazione a basso consumo e elettrodomestici di classe energetica elevata.
Quali sono gli edifici esclusi dagli obblighi previsti dalla direttiva europea? Alcuni immobili saranno esclusi da questi obblighi. Tra le esenzioni figurano:- Edifici storici e monumenti sottoposti a tutela
- Immobili situati in zone protette
- Seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno o con un consumo inferiore al 25% del consumo standard annuale
- Edifici di culto e strutture temporanee come uffici di cantiere o stabilimenti balneari
A partire dal 
29 maggio 2026, gli 
attestati di prestazione energetica (APE) saranno uniformati a livello europeo. La nuova scala, da 
A0 (emissioni zero) a 
G (prestazioni peggiori), includerà dettagli come:
 - Consumo annuo di energia primaria e finale.
- Percentuale di energia rinnovabile utilizzata.
- Emissioni di gas serra e altre informazioni rilevanti.
La mancata conformità agli interventi richiesti potrebbe comportare sanzioni come il divieto di vendita o affitto dell’immobile, oltre a una significativa 
perdita di valore dell’edificio.
Edifici residenziali
La 
direttiva europea Case Green stabilisce obiettivi ambiziosi per gli edifici residenziali, imponendo una significativa riduzione dei 
consumi energetici per raggiungere la 
neutralità climatica entro il 2050. Ogni Stato membro deve adottare una traiettoria nazionale che garantisca una diminuzione del consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali di almeno il 
16% entro il 2030 e del 
20-22% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2020.
Ad esempio, in Italia, dove il consumo medio attuale è stimato intorno ai 
100 kWh/m² all’anno, questo valore dovrà ridursi a circa 
84 kWh/m² entro il 2030 e a 
80 kWh/m² entro il 2035.
Un aspetto cruciale della direttiva riguarda il focus sul 
43% degli edifici residenziali con le prestazioni energetiche peggiori, che saranno al centro degli interventi di riqualificazione. Questi immobili dovranno contribuire ad almeno il 
55% del calo complessivo dei consumi. Gli interventi previsti includono:
In Italia, il consumo totale del settore residenziale al 2020 era di circa 
350.000 GWh, e il risparmio previsto del 
16% entro il 2030 equivale a una riduzione di 
56.000 GWh. Di questo obiettivo, il Paese ha già raggiunto circa il 
52% grazie agli interventi finanziati con bonus edilizi.
Edifici non residenziali
La 
direttiva europea Case Green pone obiettivi specifici e ambiziosi per gli edifici non residenziali, una parte rilevante del patrimonio edilizio. Entro il 
2030, almeno il 
16% del parco immobiliare non residenziale dovrà rispettare nuove norme di prestazione energetica basate sul consumo di energia primaria o finale. Questa percentuale salirà al 
26% entro il 2033.
Ogni Stato membro dovrà stabilire soglie massime di prestazione energetica, espresse in 
kWh/m² anno, per garantire che gli edifici con le peggiori performance siano progressivamente adeguati. Queste soglie saranno definite sulla base delle condizioni del parco immobiliare al 
1° gennaio 2020.
Le ristrutturazioni mirano a 
migliorare l'efficienza energetica riducendo i consumi e aumentando la quota di energia da fonti rinnovabili. In particolare, gli edifici non residenziali, prevalentemente commerciali e pubblici, spesso associati a elevati costi energetici, rendono gli interventi non solo sostenibili ma anche economicamente vantaggiosi. I tempi di ritorno degli investimenti in questi contesti sono generalmente più rapidi rispetto agli edifici residenziali, rappresentando un'opportunità concreta per proprietari e gestori.
Per gli edifici pubblici, storicamente difficili da ammodernare a causa di complesse burocrazie, la direttiva introduce un nuovo slancio grazie a strumenti come:
 - Fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
- Partenariati pubblico-privati.
Questi strumenti rendono più accessibili gli interventi necessari per ammodernare il patrimonio edilizio pubblico.
Edifici solar-ready
La 
direttiva europea Case Green introduce l’obbligo per gli Stati membri di garantire che tutti i nuovi edifici siano 
solar-ready, ovvero predisposti per l’installazione di impianti fotovoltaici o solari termici sui tetti. L’obiettivo è rendere l’uso di energia solare una prassi standard per le nuove costruzioni, sia pubbliche che private.
A partire dal 
31 dicembre 2026, tutti i nuovi edifici pubblici e non residenziali con una superficie utile superiore a 
250 m² dovranno essere dotati di sistemi di energia solare. Per gli edifici pubblici esistenti, il calendario prevede scadenze progressive:

Gli obblighi si estendono anche agli edifici non residenziali esistenti. Questi dovranno essere dotati di impianti solari entro il 
2027 se hanno una superficie utile superiore a 
500 m² e sono oggetto di interventi edilizi che richiedono un permesso amministrativo rilevante.
Inoltre, entro il 
31 dicembre 2029, tutti i nuovi edifici residenziali e i parcheggi coperti fisicamente adiacenti dovranno essere dotati di pannelli fotovoltaici, laddove tecnicamente, economicamente e funzionalmente fattibile.
Sostituzione caldaie a combustibili fossili
La 
direttiva europea Case Green introduce una graduale eliminazione delle 
caldaie a combustibili fossili con l’obiettivo di raggiungere un sistema di 
riscaldamento completamente 
decarbonizzato entro il 
2040.
 
Gli Stati membri dovranno sviluppare piani dettagliati per facilitare questa transizione, promuovendo soluzioni alternative più sostenibili.
Le principali alternative includono:

I costi di installazione delle pompe di calore variano significativamente: si parte da 
2.000-8.000 euro per i sistemi aria-aria fino a superare i 
25.000 euro per quelli geotermici, che richiedono sonde specifiche.
La situazione degli immobili italiani
La 
situazione del patrimonio edilizio italiano rappresenta una sfida cruciale nell'ambito della transizione energetica promossa dalla direttiva europea 
Case Green. Secondo le stime, su circa 
12 milioni di edifici residenziali censiti dall’ISTAT, oltre 
9 milioni non soddisfano i requisiti di efficienza energetica richiesti. Più del 
70% degli immobili italiani rientra nelle classi energetiche meno efficienti (E, F e G), con un 
30% in classe G, la peggiore, e oltre il 
22% in classe F. Questo si traduce in un consumo energetico annuo superiore ai 
160 kWh/m² per gli edifici meno performanti, secondo l'ENEA.

La normativa europea richiede una riduzione del 
consumo energetico medio di almeno il 
16% entro il 2030 e del 
20-22% entro il 2035 per gli edifici residenziali. Tuttavia, il 
60% del parco immobiliare italiano ha più di 45 anni ed è stato costruito prima dell’entrata in vigore della Legge 373/1976, la prima normativa sul risparmio energetico. Questo rende il processo di adeguamento particolarmente complesso.
Il settore residenziale, responsabile di circa 
29,3 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio di consumo energetico finale, rappresenta una priorità per ridurre l’impatto ambientale e aumentare la sostenibilità del sistema.
[callout type="danger" title="Vendita pompe di calore in calo"]
Un aspetto preoccupante riguarda il calo delle vendite di 
pompe di calore: nel 
2023 sono state vendute 
378.000 unità, registrando un calo del 
26% rispetto all’anno precedente. Le pompe di calore, insieme agli impianti solari e ad altre soluzioni integrate, costituiscono una tecnologia chiave per raggiungere gli obiettivi della direttiva.
[/callout]
Per rispettare le normative europee, l’Italia dovrà ristrutturare almeno 
2 milioni di edifici entro il 2033. Sarà essenziale adottare una politica fiscale incentivante per agevolare i proprietari. Al momento, solo il 
13% degli edifici residenziali è dotato di un 
Attestato di Prestazione Energetica (APE), evidenziando la necessità di un monitoraggio più capillare e di interventi mirati per trasformare il patrimonio edilizio italiano in un modello di sostenibilità.