ChatGPT e il suo impatto energetico: l’allarme del BCE

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La diffusione massiva dell’IA generativa potrebbe innescare un aumento dei prezzi dell’energia, con conseguenze a cascata su imprese e consumatori. Il BCE sottolinea che, in un contesto di rete elettrica già sotto pressione, la domanda aggiuntiva causata dalle tecnologie IA rischia di far salire i costi di produzione e distribuzione. Questo scenario potrebbe tradursi in tariffe più elevate, non solo per chi utilizza l’IA, ma per l’intero sistema economico.
In particolare, si teme un effetto domino in cui l’alto consumo energetico dei data center alimenti la volatilità dei mercati elettrici, con ripercussioni sulle politiche monetarie e inflazionistiche. La situazione potrebbe essere aggravata in Paesi con sistemi elettrici meno resilienti o ancora fortemente dipendenti da fonti fossili. Le imprese più esposte saranno quelle che operano in settori ad alta intensità energetica o che non dispongono di una strategia di efficienza energetica.
Il BCE invita dunque a intervenire preventivamente, promuovendo investimenti mirati in infrastrutture più sostenibili e in tecnologie di supporto. Tra le misure più efficaci si citano:
Solo così sarà possibile integrare l’IA nei sistemi economici senza destabilizzarne gli equilibri.
La presa di posizione del BCE si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle politiche europee in materia di intelligenza artificiale. Già da tempo l’UE lavora all’AI Act, ma le recenti dichiarazioni dei regolatori finanziari spingono per una maggiore attenzione al tema ambientale. In particolare, si propone l’introduzione di obblighi di trasparenza energetica per le aziende che sviluppano o utilizzano sistemi AI avanzati.
Tra le proposte emerse, vi è quella di includere nel regolamento europeo indicatori specifici relativi al consumo elettrico per ogni modello AI messo sul mercato. Questo permetterebbe ai decisori politici, ma anche agli utenti finali, di valutare l’impatto ambientale delle tecnologie prima del loro impiego. Una misura simile potrebbe favorire lo sviluppo di soluzioni più efficienti, premiando i modelli con minore impronta ecologica.
Infine, si discute della necessità di una collaborazione tra enti pubblici, università e aziende tecnologiche per sviluppare standard comuni e condivisi. Tali standard potrebbero essere utilizzati sia per: