Energia Reattiva: di cosa si tratta e come risparmiare in bolletta luce?

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Sommario Bolletta luce energia reattiva: cos’è l’energia reattiva in bolletta e perché ci si trova a pagare una penale. guida completa per capire come risparmiare.


L’energia reattiva è quella tipologia di energia utilizzata dagli utensili e macchinari elettrici non per produrre un movimento, una pressione o del calore bensì è ciò che si disperde proprio per vedere la macchina funzionare. Possimo definirla come un qualcosa di strutturale e intrinseco al funzionamento del macchinario.

Avete trovato in bolletta un corrispettivo per l’energia reattiva e vi chiedete di cosa si tratta? Questa guida – sul tema bolletta luce energia reattiva – parte dall’energia reattiva definizione e risponde a molte domande. Nel dettaglio parla di:

  • differenza tra energia attiva e reattiva
  • penali previste in caso di consumo di energia reattiva (quando e per quali utenti)
  • come fare per non incorrere nel pagamento di questo costo aggiuntivo (spiegando sia come si calcola il consumo di energia reattiva, che alcuni trucchi per alleggerire la bolletta)

Iniziamo subito dalla domanda: l’energia reattiva cos’è esattamente?

Bolletta luce: definizione di energia reattiva

Cos’è l’energia reattiva? Si tratta di un’energia assorbita da alcune apparecchiature elettriche come motori e trasformatori, senza essere effettivamente utilizzata.

E’ per questo che “bolletta luce energia reattiva” non è un ottimo binomio e il consumo eccessivo di tale energia porta all’addebito di una penale in bolletta, cosa che spinge principalmente le aziende a tenere sotto controllo questo parametro con attenzione. E’ l’ARERA a stabilire gli importi della penale: questi variano ogni anno, così come la soglia massima al di sopra della quale scatta l’addebito nella bolletta dell’energia elettrica.

Approfondiamo la differenza tra energia reattiva e attiva, prima di addentrarci nel discordo delle penali.
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Bolletta luce: differenza tra energia attiva e reattiva

Qual è la differenza tra energia reattiva e attiva?

Energia reattiva:

La prima viene assorbita dalle macchine elettriche senza essere effettivamente impiegata per produrre calore, forza, o movimento. La sua unità di misura è il kvarh, differente anche questa dal più conosciuto kW, che misura invece l’energia attiva (si trova in bolletta e nelle varie indicazioni di consumo delle offerte luce).

Torniamo al tema delle penali, parlando del loro importo e soprattutto dei casi in cui si è tenuti a pagarle.

Bolletta luce: energia reattiva e penali

A quanto ammontano le penali per l’energia elettrica reattiva in bolletta luce? E a chi vengono addebitate?

penaliPrecisiamo subito che le penali per l’energia reattiva non coinvolgono i clienti domestici (energia reattiva utenze domestiche) poiché questa viene addebitata solo a utenze che hanno una potenza impegnata elevata, superiore a 16,5 kW. Le abitazioni ad uso domestico hanno di solito una potenza standard di 3 kW e non arrivano mai a 16 kW: sono quindi escluse dal calcolo dell’energia reattiva in bolletta.

Parlando invece di cifre, le tariffe delle penali per l’energia reattiva aggiornate al 2019 (fonte ARERA) sono le seguenti:

TARIFFE PENALI ENERGIA REATTIVA
Tipologia connessione Energia reattiva tra il 33% e il 75% dell’energia attiva
c€/kvarh
Energia reattiva eccedente il 75% dell’energia attiva
c€/kvarh
Utenza in bassa tensione 0,744 0,96
Utenza in media tensione 0,253 0,328

Vi chiederete, arrivati a questo punto, come mai ci sono addirittura delle penali in caso di consumo di energia reattiva. Diamo subito risposta.

Perché si paga una penale per l’energia reattiva?

Come mai si è tenuti al pagamento di una penale per l’energia reattiva?

L’energia reattiva, come abbiamo detto, non viene consumata dal cliente finale. Risulta quindi non consumata, ma questa energia viene comunque trasportata sulla rete nazionale producendo delle perdite sulle linee di distribuzione. Un costo di trasporto che aumenta tanto l’energia reattiva assorbita è elevata.

Un impianto che assorbe molta energia reattiva richiede, quindi, più corrente di quanta ne richiederebbe se fosse correttamente rifasato. Per questo motivo l’energia reattiva produce un danno economico e quindi è indesiderata dal distributore.

La tabella soprastante, dal momento che parla di percentuali di consumo, impone in qualche modo:

  1. di saper conteggiare il proprio consumo di energia reattiva (insieme a quello di tante altre voci, come per esempio la voce di spesa per la materia prima energia)
  2. di diventare utenti più consapevoli, imparando ad alleggerire la bolletta riducendo anche questo consumo (evitando quindi le penali) [/list-custom]


Vediamo qualche consiglio per alleggerire la bolletta.

Bolletta luce: come alleggerirla

Alleggerire la bolletta della luce è il desiderio di tutti gli utenti: per farlo è necessario prestare attenzione a ogni dettaglio ed essere dei consumatori davvero consapevoli.

Dedichiamoci in questo caso a capire come si calcola l’energia reattiva in bolletta e (se presente) come ridurla e/o eliminarla.

Bolletta luce: come si calcola l’energia reattiva?

Come si calcola l’energia reattiva nella bolletta della luce? Come si capisce a quale percentuale di consumo corrisponde?

Buono a sapersi:

Quando la potenza impegnata è elevata, il contatore elettronico trifase (energia reattiva contatore) è in grado di misurare sia il consumo dell’energia reattiva, che di quella attiva. Il display dei moderni contatori elettronici consente la visualizzazione di entrambi i valori, suddivisi in genere nelle fasce orarie.

Nella maggior parte dei modelli di contatori installati l’energia reattiva viene indicata con la sigla R e misurata in kvarh, a differenza di quella attiva, corrispondente alla lettera A. Nel dettaglio:

  1. R1 è l’energia reattiva misurata nella fascia oraria F1
  2. R2 rientra nella fascia F2
  3. ed R3 nella fascia F3.

Quali sono gli accorgimenti per ridurre il consumo di energia reattiva?

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Info

Bolletta luce: come si riduce l’energia reattiva?

Come si può ridurre l’energia reattiva? Questa è legata allo sfasamento tra la tensione e la corrente elettrica, che dovrebbe essere minimo. Capiamo quindi che è un’energia necessaria per il funzionamento dei motori e non può mai essere eliminata completamente, tuttavia si può limitare con degli accorgimenti.

Lo sfasamento viene indicato con il fattore di potenza, anche chiamato cos φ. In condizioni ottimali il fattore dovrebbe tendere a 1, che corrisponde al valore massimo rilevato quando corrente e tensione risultano in fase. Il prelievo di energia reattiva pari al 33% dell’attiva corrisponde a un cos φ di 0,95.

potenza energiaSe il fattore di potenza è inferiore a questo valore, si paga la penale per ogni kvarh prelevato in più rispetto al limite imposto. Se l’energia reattiva è pari al 75% dell’attiva, il cos φ è minore di 0,8 e la penale applicata risulta maggiore. Calcolare il fattore di potenza è quindi fondamentale per rifasare l’impianto elettrico e risparmiare in bolletta. L’obiettivo del rifasamento è avere un fattore di potenza più alto possibile.

L’operazione che si attua per ridurre l’energia reattiva si chiama rifasamento. Come funziona esattamente?

Rifasamento energia reattiva: come funziona

Come funziona il rifasamento dell’impianto per diminuire l’energia reattiva? Consiste nel collegare dei condensatori di rifasamento in parallelo ai carichi. I condensatori funzionano come generatori di potenza reattiva e forniscono l’energia reattiva necessaria che così non viene prelevata dalla rete elettrica. In questo modo si riduce l’intensità di corrente circolante e lo sfasamento tra tensione e corrente.

Con un impianto correttamente rifasato pagherete in bolletta solo l’energia effettivamente utilizzata.

Il rifasamento comporta inoltre molti altri benefici:

  • diminuzione delle perdite di energia per riscaldamento dei cavi
  • maggiore potenzialità dell’impianto
  • e un minore riscaldamento del trasformatore

Terminiamo la nostra guida rispondendo ad un’ultima domanda (se è possibile o meno eliminare del tutto l’energia reattiva) e dando qualche consiglio utile per il risparmio in bolletta luce.

Bolletta luce: come si elimina l’energia reattiva?

Energia reattiva come eliminarla: è possibile eliminare l’energia reattiva in bolletta? La risposta è no, perché si tratta di un’energia necessaria (entro minimi termini).

Dato che piccole percentuali sono consentite e normali, l’obiettivo non dev’essere eliminarla, ma farla rientrare entro percentuali di consumo corrette.

Vediamo come:

  • per diminuire l’energia reattiva assorbita dell’impianto, lo sfasamento tra la tensione e la corrente elettrica deve essere il minimo possibile. Questo corrisponde ad un fattore di potenza il più elevato possibile. Il rifasamento necessita di precisi calcoli tecnici e deve essere progettato da un elettricista esperto per evitare spiacevoli incovenienti.
  • Oltre a rifasare l’impianto potete risparmiare in bolletta anche trovando un’offerta luce più adatta alle vostre esigenze. Per essere certi di comparare tutti i fornitori presenti sul mercato, vi segnaliamo qui il comodo e affidabile Portale Offerte messo a disposizione dal sito ufficiale ARERA. Dopo averne scelto uno in particolare, potrete entrare nel dettaglio consultanto il sito web di riferimento o contattare il provider al numero verde o direttamente online.

Infine, vi segnaliamo le nostre guide relative ad altre voci in bolletta che possono tornarvi utile:

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Info

Aggiornato su 19 Set, 2023

redaction La redazione di Prontobolletta
Redactor

Carolina D.

Redattrice

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